lunedì 13 ottobre 2008

Nuovi tagli ai finanziamenti delle Università: una situazione insostenibile

Questo è il documento approvato all’unanimità dal Senato Accademico dell'Università di Padova il 15 settembre scorso

Con la definitiva approvazione parlamentare del D.L. 25.06.08 n. 112, il sistema universitario italiano è stato posto di fronte ad una situazione insostenibile. La decisione del Ministero dell’Economia di "fare cassa" attraverso un consistente prelievo pluriennale di risorse dai bilanci degli Atenei (63,5 milioni di riduzione del FFO nel 2009, oltre 400 milioni dal 2010 al 2013) ripropone ancora una volta, e in forme più brutali che in passato, una ricetta gravemente sbagliata, che non discrimina nei tagli tra gli Atenei che hanno un rapporto virtuoso tra spese fisse e FFO ed Atenei che hanno invece mostrato nei fatti una cattiva gestione dei bilanci universitari.

La trasformazione in fondazioni delle Università, estemporaneamente prevista dall’art. 16 del decreto, si rivela come inutile, se non come controproducente, nel ritenere che i finanziamenti privati possano divenire sostitutivi e non aggiuntivi rispetto al finanziamento pubblico. Il blocco generalizzato del turnover, previsto dall’art. 66, e riguardante sia il personale docente che il personale tecnico amministrativo, si traduce in una riduzione secca dello stanziamento del FFO sul bilancio dello Stato, oltre che – come già detto – in una paradossale penalizzazione proprio di quegli Atenei che, come l’Università di Padova, hanno rigorosamente rispettato la normativa sui limiti di spesa per il personale.

Con queste misure diviene ancor più difficile, per non dire impossibile, per le Università rimanere competitive a livello internazionale ed anzi se ne mette pesantemente in discussione la sopravvivenza come istituzioni pubbliche che costituiscono un "bene" pubblico ed hanno una "pubblica" responsabilità. Ben altra avrebbe dovuto essere la politica da scegliere: quella, da anni richiesta, di avviare un processo di riqualificazione della spesa, definendo regole più efficaci e stringenti per indurre ad una maggiore serietà di comportamenti nella gestione, e ridistribuendo le risorse destinate al sistema universitario tra gli Atenei, secondo il merito e la qualità. Il Senato Accademico dell’Università di Padova chiede al Ministro dell’Università e della Ricerca di far propria all’interno del Governo questa posizione, che non esclude un concorso degli Atenei al risanamento finanziario del Paese, ma lo rende giustamente selettivo e non indiscriminato.

L’Università di Padova, che in questi anni ha operato con un rigore ampiamente riconosciuto, e che è stata costantemente giudicata in tutte le sedi come uno dei migliori Atenei pubblici italiani, sente il dovere di denunciare all’opinione pubblica il carattere pesante e irreparabile dell’intervento effettuato tramite la c.d. "manovra d’estate". Inaugurando la legislatura con una politica di tagli indiscriminati e del tutto svincolati da una responsabile valutazione di ogni singolo Ateneo, invece che di investimenti adeguati e "mirati" in ambito di formazione e ricerca, si rischia di stravolgere nel profondo i connotati dell’istituzione universitaria italiana, ledendo ancora una volta il principio costituzionalmente sancito dell’autonomia delle Università.

http://www.unipd.it/area_news/mozione_sa.htm

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