venerdì 24 ottobre 2008

Nature scrive dell'Italia

Nature è una rivista scientifica internazionale tra le più famose e prestigiose. Non ha a cuore solo le ultime novità della biologia molecolare, ma dedica parte della sua attenzione anche alla diffusione della scienza.
Ecco il suo punto di vista delle attuali decisioni su scuola e ricerca in Italia, definite elegantemente "unwise".

lunedì 20 ottobre 2008

Mozione Senato Accademico 20 ottobre 2008

Già nella seduta del 15.09.2008 il Senato Accademico espresse una valutazione fortemente critica nei confronti delle misure assunte dalla cosiddetta “manovra d’estate” e che hanno ricevuto una definitiva approvazione parlamentare con il D.L. 25.06.2008 n. 112, convertito in legge 6.08.2008 n. 133.Sinteticamente si indicano qui le principali linee di intervento di tali provvedimenti di legge ed i loro effetti negativi per il nostro sistema universitario:
- La trasformazione in Fondazioni delle Università determina la privatizzazione degli Atenei, con la conseguenza di privare il Paese della risorsa rappresentata da una rete di università pubbliche;
- La riduzione del Fondo per il Finanziamento Ordinario con tagli ai finanziamenti per gli Atenei di oltre 400 milioni di euro all’anno e la riduzione del turn over con assunzione di personale docente e tecnico-amministrativo solo nella misura del 20% delle cessazioni dell’anno precedente avranno le gravissime conseguenze di rendere impossibile il funzionamento degli Atenei, di rendere ancor più difficile la competitività internazionale delle nostre Università, di impedire il ricambio dei giovani, perdendo un preziosissimo capitale umano e accelerando la “fuga dei cervelli” dal nostro Paese.

Il Senato Accademico dell’Università di Padova è consapevole della situazione di difficoltà dell’economia e della finanza pubblica del Paese. Tuttavia, ribadendo il giudizio fortemente negativo già espresso, ritiene grave ed irresponsabile una politica che proceda attraverso riduzioni così massicce dei finanziamenti per le Università pubbliche al solo scopo di “fare cassa” a spese dei loro bilanci.Per di più, una politica di tagli indiscriminati penalizza doppiamente proprio gli Atenei che hanno un rapporto virtuoso tra spese fisse e FFO, e non avvia quella politica, oggi invece necessaria, di riqualificazione della spesa.
L’Università di Padova non può accettare in alcun modo che il Paese rinunci alla formazione superiore del proprio capitale umano e che si affossi il sistema universitario – anche con l’inaccettabile proposta di trasformazione delle Università in Fondazioni private – così abdicando ad un suo fondamentale dovere e ledendo una volta di più il principio, costituzionalmente sancito, dell’autonomia universitaria. Non è più possibile che si generalizzi la situazione dell’intero sistema universitario italiano evitando di distinguere gli Atenei che si sono comportati in modo corretto in questi ultimi anni e gli Atenei che hanno invece dimostrato di gestire in modo disinvolto i loro bilanci.
L’Università di Padova, che ha il bilancio perfettamente a posto, è ai primissimi posti nel ranking nazionale e ha investito massicciamente nella ricerca e nella formazione di giovani ricercatori, promuoverà pertanto nel prossimo periodo una vasta campagna informativa per illustrare all’opinione pubblica le motivazioni della propria posizione contraria ai provvedimenti governativi.
Per queste ragioni il Senato Accademico
- chiede con forza al Ministro di reimmettere nel sistema universitario con la Legge Finanziaria 2009 i finanziamenti tagliati con la “manovra d’estate”, distribuendoli secondo parametri di qualità tra gli Atenei e che le Università sotto il 90% nel rapporto tra spese fisse e F.F.O. possano almeno assumere ricercatori, uscendo in questo senso dal blocco del turn over previsto dalla manovra stessa;
- individua per le prossime settimane una serie di iniziative che hanno come principale obbiettivo quello di promuovere un’ampia e partecipata mobilitazione dei docenti, del personale tecnico-amministrativo e degli studenti e di coinvolgere le famiglie e l’intera società civile del Paese nella mobilitazione a difesa dell’Università come bene pubblico e per il rinnovamento, secondo parametri di qualità, del sistema universitario italiano;
- auspica che i Presidi di Facoltà nella giornata di giovedì 23 ottobre p.v., nella mattinata, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, promuovano assemblee di Facoltà, con contemporanea sospensione delle attività didattiche, per approfondire e dibattere i contenuti della legge 6.08.2008 n. 133;- chiede ai docenti dell’Ateneo di ribadire agli studenti, nel corso della loro attività didattica, gli aspetti negativi dei provvedimenti previsti dalla “manovra d’estate” e di sviluppare, nelle forme e nei modi che ciascuno riterrà più opportuni, azioni come le “lezioni in piazza” che abbiano quale diretto obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica cittadina contro l’azione del governo sull’Università, illustrando i motivi dell’agitazione in corso ed esplicitando le motivazioni della protesta;
- chiede al Magnifico Rettore:
. di inviare alle famiglie degli studenti una lettera del Senato Accademico che illustri la posizione dell’Università di Padova sulle questioni di cui sopra si è parlato;
. di richiedere ai Presidenti del Consiglio Comunale di Padova, del ConsiglioProvinciale e del Consiglio Regionale del Veneto un incontro istituzionale chepreveda la partecipazione del Rettore dell’Ateneo, per promuovere l’approvazione diun o.d.g di solidarietà nei confronti dell’agitazione in atto e per sviluppare un ampiodibattito, costruendo proposte comuni con gli altri soggetti istituzionali sulleprospettive del sistema universitario regionale;
. di prendere contatto con i responsabili istituzionali degli Enti e delleAssociazioni i cui rappresentanti sono stati chiamati a far parte della Consulta delTerritorio, per ulteriori forme di sensibilizzazione e di coinvolgimento.

Il Senato Accademico, nel ribadire la propria ferma opposizione all’azione in atto di attacco gravissimo all’Università come istituzione pubblica essenziale per il futuro del Paese e delle generazioni più giovani, sottolinea come l’obiettivo delle forme di mobilitazione individuate sia quello di esprimere tutta l’indignazione del mondo universitario per tale azione, aprendo gli Atenei al necessario dialogo con le realtà istituzionali e con la società civile del territorio, senza peraltro compromettere la formazione degli studenti, ledendo il loro diritto ad un apprendimento efficaceattraverso un regolare svolgimento delle attività didattiche in corso.

http://www.unipd.it/area_news/mozione_senato_acc_20_ott_08.htm

martedì 14 ottobre 2008

Mani sporche, acque sporche www.presidiosanpietro.org:

A San Pietro di Rosà qualche anno fa è successo qualcosa che ha messo in luce come l’eco-mafia esista anche al Nord e riesca ad inserirsi nel tessuto politico dei nostri comuni influenzandone le decisioni in ambito economico e ambientale.

In questa frazione,distante poche centinaia di metri dal territorio di Cittadella,è stata eretta un’enorme zincheria: costruita sopra la falda acquifera più grande d’Europa, in una zona di “alto interesse archeologico”, vicino ad altre due industrie classificate come “insalubri di primo tipo” e non lontano da un allevamento intensivo di conigli che per decenni aveva impedito agli abitanti di rendere fabbricabile anche solo un centimetro quadrato della loro terra.

A dispetto di tutte queste violazioni-e di altre compiute nella costruzione della zincheria- tutto è proceduto come se niente fosse con l’autorizzazione dell’amministrazione comunale.
L’8 agosto 2002 i cittadini di San Pietro hanno costituito un presidio permanente (
http://www.presidiosanpietro.org/) in opposizione alla scellerata decisione di proseguire i lavori…nonostante tutti i loro sforzi i risultati sono stati scarsissimi,e oggi la zincheria è regolarmente in funzione,sebbene una prima sentenza del consiglio di Stato avesse dato ragione alle istanze presentate dal presidio.
Le iniziative degli oppositori si sono comunque concretizzate in un capitolo del libro Il grigio oltre le siepi”,in varie manifestazioni di protesta e in un
documentario intitolato “La Mal’ombra”,presentato al Festival del Cinema di Torino.

Fabio Sgarbossa

lunedì 13 ottobre 2008

Nuovi tagli ai finanziamenti delle Università: una situazione insostenibile

Questo è il documento approvato all’unanimità dal Senato Accademico dell'Università di Padova il 15 settembre scorso

Con la definitiva approvazione parlamentare del D.L. 25.06.08 n. 112, il sistema universitario italiano è stato posto di fronte ad una situazione insostenibile. La decisione del Ministero dell’Economia di "fare cassa" attraverso un consistente prelievo pluriennale di risorse dai bilanci degli Atenei (63,5 milioni di riduzione del FFO nel 2009, oltre 400 milioni dal 2010 al 2013) ripropone ancora una volta, e in forme più brutali che in passato, una ricetta gravemente sbagliata, che non discrimina nei tagli tra gli Atenei che hanno un rapporto virtuoso tra spese fisse e FFO ed Atenei che hanno invece mostrato nei fatti una cattiva gestione dei bilanci universitari.

La trasformazione in fondazioni delle Università, estemporaneamente prevista dall’art. 16 del decreto, si rivela come inutile, se non come controproducente, nel ritenere che i finanziamenti privati possano divenire sostitutivi e non aggiuntivi rispetto al finanziamento pubblico. Il blocco generalizzato del turnover, previsto dall’art. 66, e riguardante sia il personale docente che il personale tecnico amministrativo, si traduce in una riduzione secca dello stanziamento del FFO sul bilancio dello Stato, oltre che – come già detto – in una paradossale penalizzazione proprio di quegli Atenei che, come l’Università di Padova, hanno rigorosamente rispettato la normativa sui limiti di spesa per il personale.

Con queste misure diviene ancor più difficile, per non dire impossibile, per le Università rimanere competitive a livello internazionale ed anzi se ne mette pesantemente in discussione la sopravvivenza come istituzioni pubbliche che costituiscono un "bene" pubblico ed hanno una "pubblica" responsabilità. Ben altra avrebbe dovuto essere la politica da scegliere: quella, da anni richiesta, di avviare un processo di riqualificazione della spesa, definendo regole più efficaci e stringenti per indurre ad una maggiore serietà di comportamenti nella gestione, e ridistribuendo le risorse destinate al sistema universitario tra gli Atenei, secondo il merito e la qualità. Il Senato Accademico dell’Università di Padova chiede al Ministro dell’Università e della Ricerca di far propria all’interno del Governo questa posizione, che non esclude un concorso degli Atenei al risanamento finanziario del Paese, ma lo rende giustamente selettivo e non indiscriminato.

L’Università di Padova, che in questi anni ha operato con un rigore ampiamente riconosciuto, e che è stata costantemente giudicata in tutte le sedi come uno dei migliori Atenei pubblici italiani, sente il dovere di denunciare all’opinione pubblica il carattere pesante e irreparabile dell’intervento effettuato tramite la c.d. "manovra d’estate". Inaugurando la legislatura con una politica di tagli indiscriminati e del tutto svincolati da una responsabile valutazione di ogni singolo Ateneo, invece che di investimenti adeguati e "mirati" in ambito di formazione e ricerca, si rischia di stravolgere nel profondo i connotati dell’istituzione universitaria italiana, ledendo ancora una volta il principio costituzionalmente sancito dell’autonomia delle Università.

http://www.unipd.it/area_news/mozione_sa.htm